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lombo, al Giordani e Pezzana. Fondò del proprio, nella proprie stanze, numerosa società scientifico-letteraria, istituto a ragione tenuto impolitico nel dipartimento francese, perciò cadde in sospetto a quel governo. Malgrado l’età minorenne, il fondatore, per gratitudine, fu gridato presidente perpetuo, segretario l’ottimo sacerdote Taverna, benemerito dell’italiana pedagogia.

«Serpeggiavano intanto nascostamente alcuni e scritti ed estemporanei suoi, diretti contro la dominazione francese. Ad uno di siffatti improvvisi acquistò non invidiata rinomanza la lunga e rigorosa prigionia dell’autore a Fenestrelle e la sua disagevole fuga. Al reduce vennero in corteo da gran numero, gratulando, i concittadini ed al ponte d’Attaro di solenne simposio e di calde allocuzioni il festeggiarono.

«Per queste cose e per le relazioni da lui strette in Milano con Rasori e Foscolo e più assai con Romagnosi, e ancora per sue libere parole e sdegnose, il proscritto di Savary, quasi fautore di Murat, fu dal comando austriaco severamente ammonito, ma per allora se ne usci mercè illustri amici senz’alcun danno.

«Ordinatogli dal ministro di adoperarsi per l’accademia e l’università ristaurate, il Sanvitale non dubitò di proporgli a professori que’ sommi e con essi i celebri Melchiorre Gioja e Landi pittore; ma senza frutto. All’egregio Pezzana ed a lui eziandio fu commessa la compilazione di un regolamento per una società agraria, rimasto nel portafogli del caduto ministro.

«Pose mano fra i primi all’epigrafìa italiana; non tacque animosi veri nel cospetto della nuova principessa, gl’intermessi studi solennemente inaugurò con una grave orazione dell’amor della patria, distesa (per la prima fiata) in lingua italiana, come quella che volgevasi a grande concorso di popolo nella chiesa di San Rocco alias dei PP. della compagnia di Gesù. La polizia ne adombrò; ne indispettirono gl’immobili, accusando il nuovo professore di alta eloquenza, di dispregiare o ignorare il latino, quantunque ignoti non fossero da tempo i suoi saggi d’orazione latina.

«Rispose subito per indiretto con un prolegomeno cattedratico: De incredibili artis oratoria atque poe-