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sgherri del Campagna, per consiglio e preghiera dei suoi più devoti parenti ed amici si nascose e potè sfuggire a tutte le loro indagini.

Ma il giorno della liberazione sorse alla fine, e Garibaldi, non appena entrato a Napoli, mandò pel De Luca e il voleva incaricare della formazione di un gabinetto. Senonchè il De Luca, insieme al Saliceti ed altri, era d’avviso che avesse, dopo il plebiscito, a convocarsi una Camera napolitana, la quale determinasse i modi ne’ quali avesse ad operarsi la fusione delle provincie meridionali colle restanti d Italia, onde proceder meglio e più spicciamente alla un’ideazione completa d’Italia. Si sa che queste condizioni del De Luca e amici suoi non poterono essere accettate e quindi non potè altrimenti verificarsi la progettata combinazione ministeriale.

Il collegio di Serra-Stretta nella nativa Calabria inviò il De Luca qual suo rappresentante in seno al Parlamento italiano, nel quale egli ha, come abbiam detto nel cominciare a dettare questo cenno biografico, occupato uno dei posti più eminenti.

Il De Luca ha pubblicate molte opere, alcune delle quali hanno prodotto una grande sensazione, e sono di una utilità e di una profondità incontestabili; disgraziatamente noi non possiamo qui che limitarci a darne un elenco, rinviando i lettori che bramassero a buon diritto averne più ampia conoscenza, allo studio delle opere stesse. L’elenco che noi trascriviamo è disposto per ordine cronologico:

1832: Miscellanea letteraria, ditirambo Sileno in Calabria; — 1835: Opuscoli matematici e sviluppo di un nuovo sistema di logaritmi; — 1840: Metrologia universale; — 1843: Monografia metrica della città di Catanzaro — 1845 e 46: Memorie economiche sui boschi e su fiere e mercati; — 1847: Opuscoli letterari e discorsi accademici;— 1848: Dell’educazione politica dei popoli. La prima parte di quest’opera venne giudicata dai tribunali borbonici, censurala e soppressa; — 1851: Legislazione e tecnologia commerciale.

Quest’ultima importantissima opera, una delie più apprezzate che abbia date alla luce il De Luca, non potè