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fianco del Re; se non che questi credè più utile che un uomo di sì provvido consiglio stesse in Torino, ove poteva per avventura essere alla patria e al monarca di maggiore utilità che noi fosse sul campo.

Nè dobbiamo tacere che nelle prime elezioni ch’ebbero luogo nel regno, il d’Azeglio fu scelto da ben sei collegi qual rappresentante.

Volendo discorrere con qualche esattezza della parte principalissima ch’ebbe Roberto d’Azeglio agli avvenimenti che prepararono ed ajutarono alla concessione delle franchigie costituzionali nel 1848, noi stimiamo far cosa grata al lettore citando un brano, che a ciò appunto si riferisce, della biografia dettata dal Briano e che abbiamo riscontrato essere della più schietta veridicità.

«Eransi già fatti parecchi tumulti, ora per volere una guardia cittadina, ora perchè i gesuiti fossero cacciati dallo Stato, dove ferveva contro toro una potente animavversione. Stavano coi primi ed erano di tale opinione indirizzatori gli uomini della Concordia. Lorenzo Valerio e Riccardo Sineo, i quali, pure incalzando il governo, e indirettamente il Re, perchè cacciasse dallo Stato i gesuiti, si ristavano dal chiedere lo Statuto, purchè ciò si conseguisse. Eran corsi ai secondi gli uomini del Risorgimento, Camillo Cavour, Cesare Balbo, cui, pur facendo parte da sè stesso, s’aggiungeva l’Azeglio. Fu convenuto, per veder modo di raccogliere in uno gli opposti pareri, di fare una gran ragunata a casa d’Azeglio stesso. Molti delle due parli vi concorsero; Pietro Santarosa, Camillo Cavour, Michelangelo Castelli, Giorgio Briano pel Risorgimento, Lorenzo Valerio, Riccardo Sineo per la Concordia, Brofferio pel Messaggere Torinese, il quale, benchè fra i più caldi, stava in quest’occasione con coloro che stimavano dovere il governo largire a’ popoli franchigie costituzionali. Lunga e tempestosa fu la discussione. S’aspettavano pure i deputali genovesi, ch’erano venuti per indurre il Re a cacciare i gesuiti; ma non si sa per qual ragione furono trattenuti dal convenire a casa d’Azeglio. La cosa si ridusse dunque tra gli uomini del Risorgimento e quelli della Concordia. Camillo Ca-