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«A quella gioventù, che in pochi giorni vedeva l’Austriaco ricacciato sull’Adige, la guerra di aspettazione pareva assurda, incomportabile. Bisognava rimanersi immobilmente su alle montagne in mezzo alle nevi, fra le privazioni e gli stenti. Contrastando con le inclemenze della stagione e del loco, bisognava aspettare di piè fermo il nemico e non cercarlo, e non provocarlo; cose tutte per giovani ardenti difficilissime; e nondimeno si ottennero.

«Nel 22 maggio il generale austriaco che comandava nel Tirolo, radunava tutte le forze di cui poteva disporre, e con tre pezzi di campagna e una batteria di racchette si presentava in Lodrone, disposto a forzare il posto del Caffaro, invadere la provincia di Brescia, e cadere sulla retroguardia degli assedianti. I nostri fecero sul principiò buon contegno, ma essendosi il nemico impadronito di un’altura, la posizione divenne insostenibile.

«Il generale italiano, appena udito il romor del cannone, recavasi sul luogo del combattimento; ma gli stuoli del reggimento bresciano, quelli della Morte e i quattro pezzi d’artiglieria, già si ritiravano disordinatamente verso Anfo. Vide allora Durando che non vi era più un minuto da perdere e con tutte le sue forze, s’accinse a riprendere la vetta del monte.

«Fortunatamente gli Austriaci, nell’ebbrezza della vittoria, si davano a saccheggiare il castello di Lodrone, e le case poste al di qua del Caffaro; quindi l’altura fu con poca lotta ripigliata. Fatto accorto dell’errore, il nemico volle riprendere il monte, ma i suoi assalti furono con vantaggio respinti. Verso le due pomeridiane gli Austriaci, riordinati e rinforzati, tornarono alle offese; anche questa volta la resistenza fu pari all’assalto, e poco stante gli assalitori si volsero in fuga.

«Questa fazione salvò da gravissimi danni la provincia di Brescia e lasciò libero il corso delle operazioni all’esercito piemontese.

«Dopo questa severa lezione, gli Austriaci non tentarono più cosa di rilievo. Qualche rara volta si mostrarono. Seguirono alcune scaramuccie e sempre con la peggio dell’Austria.