Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 2.pdf/246

Da Wikisource.

– 632 –

a dieci anni poteva studiare e comprendere i trattati di geometria di Brunacci e di Euclide. D’indole vivace, ma ottima, amava e rispettava assai i genitori, amava i congiunti ed i compagni con sentimento profondo. Aveva molta inclinazione a fare epigrammi e vi riusciva con ispirito superiore alla sua età. Di complessione robustissimo, e quasi presago del proprio avvenire, era intollerante dell’inerte riposo, sprezzante dei pericoli, dicendo soventi volte che a tutto doveva abituarsi.

«Volendolo amare alla scienza medica, convenne mandarlo a Parma, perchè l’espulsione dalle scuole gesuitiche gli rompeva ogni carriera nei dominî estensi. Ivi attese agli studî, e portato, come era, alle arti belle, faceva vita con molti artisti di pittura e d’incisione frequentando moltissimo lo studio Toschi.

«Studiò il disegno sotto il professor Callegari; ed io conservo un ritratto del generale Poniatowski che fu il suo primo lavoro eseguito nel 1826.

«Sopravvennero i casi del 1831; allora Enrico parve sorgere a nuova vita potendo seguire il naturale suo slancio e si arrolò volontario a Reggio nelle milizie nazionali, cominciando sin d’allora a combattere per l’italiana indipendenza. Ma le sorti nostre essendo tornate in peggio, si ridusse co’ suoi compagni, duce il general Zucchi, a Bologna; e da quivi, pure incalzato dagli austriaci, si battè a Rimini, riparò in Ancona, e dopo la capitolazione di questa piazza, imbarcatosi in un legno che fece sosta per un mese a Messina, pose piede a Marsiglia e se ne andò a Parigi, ove si diede di nuovo agli studî scientifici.

Due anni dopo, quando egli seppe della legione straniera che Don Pedro ragunava per andare a combattere in Portogallo l’usurpatore fratello Don Miguel, si dette premura di prendervi servizio, come abbiamo già avuto luogo di dire allorchè abbiamo descritta la vita del generale Giacomo Durando.

In quella legione, e benchè nei gradi inferiori, Cialdini non tardò a segnalarsi per azioni di vera prodezza in più d’un fatto d’armi, tanto che, sebbene semplice sargente, venne decorato della croce di cavaliere di Torre e Spada.