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il conte Berardo Maggi affettuose sollecitudini per le misere contadinanze delle nostre pianure. Spendendo ingentissime somme, diede continuo lavoro agli agricoltori, migliorò gli abitati di quei villici e gli rese decenti e salubri; e volle finalmente, con danno della propria economia, togliere acque stagnanti, mutare le condizioni irrigue, onde avvantaggiassero, come avvenne, le condizioni igieniche del luogo. Per tali fatti il suo nome suona benedetto e popolare in tutto il distretto di Pendino, che lo elesse con unanime suffragio suo deputato al Parlamento nella precedente legislatura.

Ed ora pure quelli elettori desideravan di rieleggerlo; ma essendosi al collegio unita la città di Crema, il Maggi, con generosa abnegazione, pregò i suoi elettori di riunire i loro voti sul conte Sanseverino, cittadino cremasco, onde assicurare contro il pericolo di malaugurata elezione il trionfo dei liberali.

«Nè vogliamo tacere che nelle più difficili circostanze noi vedemmo Berardo Maggi parteggiare coi patrioti i più arditi e decisi. Così allorchè gli Austriaci abbandonarono Brescia, egli recossi subito in patria dall’emigrazione, caldeggiò il pronunziamento nazionale e si recò immediatamente a dividere la responsabilità della difesa con quanti avevano promosso il movimento in onta ai temuti ritorni dell’esercito austriaco; onde fu eletto e far parte della giunta esecutiva.

«Noteremo infine che il Maggi come deputato del tutto indipendente per carattere e per posizione sociale, pesò sempre con imparziale coscienziosità i propri suffragi, e dimostrò la più diligente ed assidua sollecitudine nei lavori del Parlamento, mostrandosi zelatore fervidissimo degli interessi e delle riforme che reclamava lo Stato in generale, e particolarmente la Lombardia, i cui bisogni erano così disconosciuti dai governanti e deputati delle antiche provincie. L’onorevole conta fu eletto deputate dal collegio di Chiari nella stessa provincia di Brescia.