Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 2.pdf/263

Da Wikisource.

– 649 –


Indi a poco il generale, volendo proteggere la costruzione di un nuovo ponte sulla Sesia, spingeva due colonne sulla sinistra sponda di questa e con arditi e ben combinati assalti ne ributtava gli Austriaci.

Pochi giorni dopo il nostro protagonista riceveva ordine di recarsi ad occupare Palestro tenuto dai nemici.

La strada prossima al villaggio, dice un biografo del Cialdini, era per un tratto fiancheggiata da risaje, poi rimaneva incassata in un alto-piano con ripe scoscese a piede del quale correva il cavo del Lago.

Il terreno si prestava a facile difesa, ad offesa difficilissima; gli Austriaci occupavano il paese ed avevano asserragliato un ponte che vi conduceva; ma il valore dei nostri vinse ogni resistenza; e le truppe della 4.° divisione, dopo un fuoco sostenuto dalla vanguardia (composta di due battaglioni di bersaglieri, una sezione di artiglieria e due squadroni di cavalleggeri), rinforzate a destra da due battaglioni del 9.° di linea, a sinistra da alcune compagnie del 10.°, al centro da un’altra sezione d’artiglieria, superavano il ponte, cacciavano gli Austriaci nel villaggio, e vi entravano esse pure impadronendosene palmo a palmo.

«Nuovo rinforzo, venuto da Robbio, incuorava il nemico, il quale occupò le case poste allo sbocco del villaggio, il cimitero e una via che unisce questo a quello. Ivi salutarono con vivissimo fuoco le nostre truppe che tentavano irrompere; ma provvide disposizioni del colonnello Brignone, comandante il 9.° di linea, ed il soccorso da lui chiesto e condotto subito dal generale Cialdini, fecero sì che tutta la divisione si pose in moto, e dopo ostinato combattimento gli Austriaci furono cacciati dagli ultimi ripari a punta di bajonetta e si ritirarono precipitosamente verso Robbio, lasciando nelle nostre mani più di 100 feriti molte armi e 184 prigionieri, fra i quali tre ufficiali.»

Fanti e Durando, alla testa della 2.a e della 3.a divisione, cacciarono contemporaneamente l’Austriaco da Confienza e Vinzaglio e lo costringevano a riversarsi sugli avamposti del 16.° di linea posto pure sotto gli ordini del Cialdini, da cui, mediante una brillante ca-