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e dell’Interno, e per la partenza del La Marmora per il campo, reggitore del Ministero della Guerra.

Questa guerra, cui l’Italia doveva la sua rigenerazione, ognun lo sa, ei l’aveva concertata con l’imperatore dei Francesi nella visita da esso fattagli a Plombières. La pace di Villafranca tuttavia non potea convenirgli perchè non concordi sembravangli gli effetti colle promesse, nè col fine dell’indipendenza nazionale; quindi ei comprese esservi della sua dignità il non rimanersi a capo dell’amministrazione, e dimettendosi consigliava egli stesso il Re a confidare al Rattazzi la formazione di un nuovo Gabinetto. Indi a poco però, sentendosi la necessità di un’azione più pronta ed efficace, mediante la quale potessero le annessioni della Toscana e dell’Emilia passare nel novero dei fatti compiuti, consentì di buon animo a riassumere il potere e a prendere la responsabilità della cessione di Nizza e di Savoja alla Francia, compiendo poscia il gran fatto della quasi completa unificazione d’Italia col promuovere in parte l’eroica spedizione di Marsala, coll’effettuare quindi l’audace spedizione delle Marche e dell’Umbria.

Per dare ora un’idea adequata del concetto politico ideato dal conte di Cavour, e condotto con tanta maestria e costante fermezza ad effetto, è mestieri ripigliare da più lungi l’esame degli eventi e delle ragioni filosofiche e storiche del loro sviluppo onde averne una ben chiara intelligenza. In questo caso ancora cederemo la parola al Bonghi, che con una profondità e una lucidezza straordinaria ha trattato in modo inimitabile questo soggetto.

«I casi del 48, dic’egli, avevano lasciata l’Italia stremata di forze, ma accresciuta di reputazione. Il partito liberale v’era stato bensì sopraffatto da capo, ma cogli sforzi dei due più potenti Stati militari di Europa; ed aveva sentito come sarebbe di peso da esso stesso, quando non si fosse dissoluto e scisso in sè medesimo, se non di vincere, almeno di cadere dopo più fiera battaglia. Il Piemonte, che aveva preso la difesa aperta ed ufficiale dell’indipendenza d’Italia, era uscito dalla rotta di Novara diminuito di gloria mili-