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senz, e da Palermo passato il 22 agosto in Calabria, alla testa di 1500 volontari calabresi, proclamò in Castrovillari il regno d’Italia sotto lo scettro di re Vittorio Emanuele II e la dittatura di Garibaldi.

Disarmata quindi una compagnia di gendarmi, si accampava a S. Salvatore, altura che domina la vallata di Cosenza ove stavano schierati 2500 soldati borbonici, che indi a poco, visto il contegno energico dei volontari, le disposizioni bellicose e liberali della intera provincia che tutta correva all’armi, mediante anche lo spirito conciliante del generai Calvarelli, capitolò ed uscì tosto dalle Calabrie.

Il nostro protagonista allora, non restando più niente a fare nelle Calabrie, ingrossalo di tre battaglioni si spingeva a marce forzate per ordine del generale Garibaldi su Napoli. Bel atosi poscia sulla (ine del settembre a Caserta, prendeva una brillante parte alla battaglia del Volturno in modo da meritarsi gloriosissime citazioni agli ordini del giorno per parte del generale Milbitz e del generalissimo Garibaldi.

Da quel giorno fino al momento della capitolazione di Capua egli rese i più segnalati servigi sulla linea di Santa Maria di Capua, dimodochè i volontari calabresi da lui capitanati furono creduti degni di ritornare alle loro case con lutto l’armamento loro affidato dal governo dittatoriale.

Ritiratosi, dopo la guerra, il colonnello Pace nel proprio paese natale, vi condusse in moglie la signora Marietta dei baroni Gramazzi, che fino dal 1848 era sua fidanzata.

Il collegio di Cazzano lo ha eletto a suo rappresentante nel Parlamento nazionale.





Appartiene alla famiglia feudataria di Celso nel Cilento, nato da Pietro e da Maria Sodano il 49 ottobre del 1844.