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naturali, o l’immaginare che i negoziatori di questo trattato non abbiano capito che i Francesi a Torino vorrebbero dire gli Austriaci a Bologna.»
deputato.
È milanese e avvocato, sebbene non sappiamo che abbia mai esercitata la professione. Entrato dalla fondazione nella redazione del giornale la Perseveranza, che ha reso e rende così segnalati servigi alla causa del progresso ragionevole e dell’ordine in Italia, venne da questa proposto candidato ad uno dei collegi della Lombardia e fu quindi eletto deputato. Non ha mai preso la parola alla Camera, nè ci è noto che sia mai neppure stato nominato relatore di alcuna commissione. Il suo voto è sempre assicurato al partito della grande maggioranza parlamentare.
deputato.
Piemontese, fratello a quel Valerio che siedeva un tempo sui banchi dell’estrema sinistra, oratore impetuoso e spesso acerbo e violento, prefetto in oggi di Como.
Il Valerio di cui ci occupiamo qui, è ingegnere e non manca di cognizioni e d’acume di mente.
È uno dei deputati i più attivi negli uffici, e degli oratori che diremo ordinari della Camera elettiva.
La sua parola è chiara, assai spedita, disadorna se vuolsi, ma che va dritto all’oggetto per ottenere il quale si discute, senza perdersi in frasi, il che in una Assemblea deliberante non è, a parer nostro, un tenue merito.