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dell’isola nativa, siede sui banchi della sinistra; ma ben di rado assiste alle sedute della Camera.




DE BONI FILIPPO


deputato.


Appartiene a quella nobile provincia d’Italia che geme ancora sotto l’insopportabile giogo dell’Austria.

Giovanissimo si compromise e dovette esulare. Stabilitosi per alcun tempo a Firenze, dette fuora varî scritti che gli fecero onore, e pubblicò tra le altre cose una specie di Cronaca, che vedeva la luce due volle al mese intitolata: Quel che vedo e quel che sento.

Giunto il 1848, ei fu in Venezia, ove sedè in quella Camera elettiva, indi in Roma; poscia riprese la dura via dell’esilio.

Dopo il 1859 potè rientrare in Italia e fondò a Napoli il giornale Il popolo d’Italia, organo confessato di Mazzini, col quale il De Boni ha sempre avuti e conservati i più stretti rapporti.

Nel 1862 egli fu eletto da un collegio delle province napoletane deputato al Parlamento Nazionale. Naturalmente siede sui banchi dell’estrema sinistra e vota con essa; sebbene com’è noto, non sempre gli onorevoli membri che stanno da questo lato della Camera abbiano lo stesso programma e sembrino disposti a giurare in nome d’un medesimo Dio.





Sardo, ha intrapreso di buon’ora la carriera delle armi, uscendo dall’Accademia ufficiale dello Stato maggiore e mostrando molta attitudine, e distinguen-