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cedenti schiere dei suoi, e riformatele, le ricondusse con impeto irresistibile contro le truppe nemiche, le quali a lor volta dovettero indietreggiare, dapprima, quindi, ognor più vigorosamente incalzate, darsi a precipitosissima fuga.

Qui finiscono le imprese belligere del Bixio, e d’uopo si è lasciare di occuparci del generale, per venire a dire alcunchè del deputato e dell’uomo politico. Ma prima di passare a questa seconda parte del nostro cenno biografico, non possiamo fare a meno, per l’esattezza e la veracità completa della nostra narrazione, di osservare che molti, ammettendo ampiamente il valore e le capacità militari del Bixio, ne rimproverano la violenza e, diciamolo pure, la brutalità dei modi da esso spesso tenuti verso i suoi sottoposti. Si citano a prova di questi addebiti alcuni atti da lui commessi, i quali non saprebbero certo venire lodati; ma noi tireremo un velo su avvenimenti più o meno avverati, e del resto prodottisi in circostanze anormali; constateremo solo che d’altra parte si citano numerosi fatti a conferma di una tesi interamente opposta, e per parte nostra amiamo meglio credere a questi che a quelli.

Eletto deputato da uno dei collegi di Genova, il general Bixio è entrato alla Camera preceduto da una fama che lo dipingeva una specie di orco. Il suo aspetto, a vero dire, non rassicurava intieramente i più sospettosi; mentre quella sua faccia abbronzita su venti campi di battaglia, quei suoi capelli corti ed irti, quelle sue sopracciglia agrottate, e sotto le quali i suoi occhi vivacissimi mandavano lampi, fecero supporre a più d’uno dei suoi onorevoli colleghi, che il generale dovesse, invece di parole, gettar fuoco dalla bocca.

Il primo discorso pronunciato dal Bixio con tono di voce, per essere esatti, secco e concitato, fu invece subito per raccomandare conciliazione e pace. Da quel momento il mostro non fece più paura; le buttate del generale, che qualche volta gli piovono giù dalle labbra spesse e dure come la gragnuola, fecero ridere più di una volta sgangheratamente i suoi imbaldanziti avversarî politici.