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contestare che l’appello eseguito dagli altri segretari non vale in nessun modo a far si che i deputati abbandonino la sala dei pas perdus per recarsi a prender posto nell'emiciclo.

Il Massari non abusa della sua facile ed ornata parola per pronunciare dei discorsi; ma ne usa forse un po’ troppo per interrompere gli oratori della parte avversa, interruzioni che sollevano sempre o quasi sempre degl’incidenti, avvegnacchè proferite da un organo così romoroso qual si è quello che possiede il Massari non possono non pervenire all’orecchio dell’oratore anche in mezzo ai mormorii dell’intero uditorio.

Il Massari è uno dei più saldi campioni dell’antica maggioranza Cavouriana e uno dei più decisi avversari del Rattazzi.

La Camera ha dato più d’una prova al Massari della stima in cui lo tiene; ma giova qui ricordare come lo eleggesse a membro della commissione d’inchiesta sul brigantaggio, la quale naturalmente lo nominò suo segretario.

Il rapporto di quella commissione che forma un grosso volume fa onore al suo redattore.





Uno dei libri storici che nel nostro secolo hanno prodotta una più grande e favorevole impressione in Italia è stato senza alcun dubbio quello dell’Amari intorno ai Vespri Siciliani. Siciliano, come tutti sanno, egli stesso, il chiaro autore in età ancora giovanile ha scritta la narrazione di quell’epopea della patria isola con tanta ricchezza di colorito, saviezza e profondità di osservazioni, eleganza e robustezza di stile da ottenere meritamente quel grande e duraturo successo da esso conseguito.

La gloria e il soddisfacimento di quel trionfo furono