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Quando giunse il giorno in cui, l’Italia meridionale scosse il giogo dell’oppressore borbonico e risorse a novella vita, il Plutino che si era energicamente impiegato onde Garibaldi trovasse in Calabria tutti quelli aiuti i quali potessero meglio giovargli all’intento di liberare la patria terra dal dominio tirrannico dell’odiata monarchia, venne eletto, a grandissima maggioranza, deputato al Parlamento nazionale, in cui fin dal primo momento nel quale prese la parola, egli ecctiò la generale attenzione, per quel suo modo di dire franco e schietto, ma originale e umoristico, il quale è di un genere tutto suo speciale e inimitabile.

Il Plutino, siede alla sinistra, ma non vota che raramente con questa; egli è francamente costituzionale e il suo suffragio è da lui dato, in generale, con molta indipendenza.





Vi sono poche famiglie nel Napoletano, che godano di una più generale e incontestabile popolarità, di quella di cui gode la famiglia dei baroni Baracco. Essa è proprietaria di vastissime estensioni di terreni, site per la maggior parte nelle due Calabrie. Su questi terreni coltivati in parte, boschivi, ed altri destinati unicamente alla pastorizia, i Baracco possiedono, oltre a una quantità prodigiosa di greggi d’ogni specie, delle mandre di cavalli, le cui razze portano il loro nome, e sono assai stimate sopratutto, nelle provincie meridionali. Non ricorderemo la quantità immensa di masserizie, ville, castelli, e case coloniche esistenti in queste vastissime proprietà; ci basti il dire per riassumerci, che i fondi generali di queste, si valutano comunemente, alla somma enorme di 20 milioni di ducati.

Non si può dire che questa colossale fortuna non si debba in gran parte alle cure intelligenti e conti-