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di lui lo temevano, ha mancato improvvisamente alla vita, lasciando caldissimo e inestinguibile desiderio di sè.





Tra i valorosi e più distinti ufficiali di quell’esercito piemontese, al quale l’Italia deve senza alcun dubbio, in gran parte l’immenso beneficio della propria rigenerazione, è da accordarsi un posto dei più segnalati all’onorevole generale di cui più sopra abbiamo scritto il nome.

Se noi volessimo fare l’istoria delle glorie di questo dovremmo rifar quella dell’esercito, nelle cui fila ha valorosamente combattuto. Diremo soltanto che ai suoi pregi guerrieri, il general Brignone aggiunge quelli dell’uomo politico, e dell’amministratore, qualità da lui rivelate in occasioni di importanti comandi affidategli, e nelle circostanze nelle quali gli venne fatto di prendere la parola, in seno alla Camera, di cui è uno dei membri i più autorevoli.





È difficile di poter riscontrare nel numeroso personale dell’amministrazione di un grande Stato, un più abile e diligente funzionario del commendatore Bartolomeo Bona.

Egli è entrato di buon’ora negli uffici del Ministero dei lavori pubblici, nel quale ha fatto progressi assai rapidi, sopratutto ove si consideri, con quanta lentezza si camminasse dapprima nella carriera della pubblica amministrazione piemontese.

La sua assiduità instancabile, l’onestà a tutta prova,