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e l’intelligenza superiore valsero ad operare questo miracolo. Ben presto si affidò al commendatore Bona l’amministrazione di tutte le strade ferrate appartenenti allo Stato, ed egli la resse sempre con tanta oculatezza, integrità e sapere, che a niun altra ella è mai stata seconda. Noi crediamo sapere, che il commendator Bona, siasi in più di una circostanza rifiutato ad assumere un portafogli, o almeno il segretariato generale dei lavori pubblici, che gli si è più di una volta proposto. Questa modestia del senatore Bona, questa sua specchiatezza, e la capacità sua gli hanno valuto di guadagnarsi la stima generale, ed oggi ne riceve una prova delle più splendide, nell’esser chiamato a Direttore generale dell’amministrazione delle ferrovie meridionali, con un emolumento, si assicura, non inferiore alle sessanta mila lire annue.





Avvocato, senza che mai abbia esercitata la professione, il Depretis si è di buon ora messo nella carriera politica, e non ha poco contribuito, mediante la sua collaborazione data alla redazione di giornali alquanto avanzati, a operare il movimento piemontese dei 1848, dal quale scaturì lo Statuto del regno Subalpino, che doveva un giorno venire esteso a tutta quanta l’Italia.

Eletto deputato il Depretis, siede alla sinistra accanto ai Valerio, ai Pescatore, ai Brofferio, e ad altri che sparvero poscia dall’agone parlamentare, facendosi sostenitore delle dottrine le più democratiche. Poco a poco coll’andar del tempo, e col maturare della riflessione quell’estremo ardore si calmò alquanto, e dette luogo ad un opposizione più moderata e concilievole.

Il conte di Cavour che fra le tante sue abilità possedeva in sommo grado quella di sapersi amicare