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Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 2.pdf/438

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È un veterano dell’armata Murattiana che per sua sventura ebbe a servire i Borboni, durante lunghi anni.

L’umanità sua verso la popolazione Siciliana, quando scoppiò la celebre rivoluzione del gennajo 1848, gli valse la disgrazia del tirannico Ferdinando II, il quale lo mise al ritiro con mezza paga. Nel 1860, quando il generale Garibaldi, in modo così maraviglioso cacciava i Borboni di Napoli, il generale De Sauget offrì i propri servigi all’eroico liberatore che lo accolse con tutta quell’amorevolezza di cui era prodigo specialmente verso le vittime dello spossessato governo.

Avanzato a luogotenente generale, elevato alla dignità di senatore il nobile avanzo della grande armata vive a quest’ora giorni lieti e gloriosi.





Distinto letterato napoletano, e soprattutto poeta elegantissimo, al pari di tanti altri suoi compatriotti che sorgevano per le qualità di mente e per l’entusiasmo degli affetti al di sopra del livello comune, è stato preso di mira dal Governo borbonico e ha dovuto soffrire le costui persecuzioni. Sorto il giorno fortunato della liberazione dalla tirannide il Baldacchini fu dai suoi concittadini inviato a rappresentante in seno al Parlamento nazionale.

Egli siede alla destra ed è uno dei più notevoli membri di quel nucleo della maggioranza liberale che non si è mai smembrato un istante ed ha sempre seguito il programma ch’ebbe ad eredità dall’egregio conte di Cavour, suo antico capo e fondatore.