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m’è stato poeta in ogni altra situazione della sua vita, il Bertolami ha la parola piena d’impeto, di fuoco, quanto sincera e pronta. Forse non è, quanto dovrebb’essere, cauta e riguardosa, qual si conviene ad uomo, cui incomba trattare materie che esigono il più spesso freddezza di mente, e giustezza di calcolo; ma al Bertolami si perdonano gli slanci, ed alcuni di essi hanno, si può assicurarlo, elettrizzata la Camera. Pure noi finiremo raccomandando al chiaro rappresentante della Sicilia, maggior sangue freddo, e alquanto più di misura, nel trattare e nello svolgere, quelle gravi quistioni politiche che concernono l’esistenza e l’avvenire delle nazioni.





Nel Piemonte gli studî legali, non sono seguiti da un così gran numero di gioventù come accade in altre provincie d’Italia, ma egli è incontestabile che ciò malgrado, i legali distinti non mancano, e in queste pagine, avemmo più d’una volta occasione di accertarne il lettore. L’onorevole commendatore Deforesta è uno appunto di quelli. Egli si è distinto fino dalla più giovanile età ed è cresciuto rapidamente in fama.

Dopo essersi segnalato nella carriera magistrale, eletto deputato, fu uno dei più attivi membri, e dei più utili della Camera elettiva.

Chiamato a sedere nei consigli della Corona dal conte di Cavour in qualità di ministro di grazia e giustizia, egli si mostrò, abile e solerte amministratore.

Elevato alla dignità di Senatore, prende parte continua e di altissimo rilievo nei lavori della Camera alta, mentre vi sono poche leggi che risguardino soprattutto materie legislative, delle quali il Deforesta, non sia relatore o membro almeno delle commissioni incaricate di esaminarle.