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corpi di milizia, quella cioè di eccitare alla pugna, e di sollevare l’animo stanco delle truppe, nei combattimenti e nelle marcie, parte assai bella del resto, e poetica quanto si addice, ad un lontano imitatore di quei bardi i quali, nei tempi antichi, animarono essi pure coi loro canti, alle nobili imprese gli eroi di Morven.





Anche questo è uno di quei nomi che godono di una celebrità mondiale.

Il più illustre poeta che abbia coi suoi versi eccitata l’ammirazione degli umani, ha cantata la lacrimevole istoria, dell’antenato e dell’omonimo del personaggio il di cui nome si trova iscritto in questa pagina. Discendente da una così grande e antica famiglia, il conte Della Gherardesca ha seguito quella massima francese che suggerisce: noblesse oblige. Egli è sempre stato uno di quegli tra i più cospicui dei Toscani che hanno vólto il pensiero al conseguimento dell’indipendenza e dell’unità della patria italiana, e quando la dinastia di Lorena, che pure aveva conferito cariche ed onori alla sua famiglia, fu cacciata dal voto popolare, il Gherardesca non si ristette dal fare adesione sincera all’annessione decretata dal plebiscito toscano. Egli era quindi naturale, che l’unico rampollo di una così illustre casata fosse ammesso a sedere, nel consesso ove devono trovar posto tutte le grandi illustrazioni d’Italia.





Figlio di un prode generale che è uno dei veterani delle grandi guerre del principio del secolo, il conte