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governo, nella società dei carbonari, prese parte ai movimenti rivoluzionari del 1820. Nel 1848 fu membro delle due Camere elettive, ed allo scioglimento dell’ultima avvenuta nel marzo 1849, notato pel suo contegno patriotico e le proposte liberali da esso fatte in seno all’assemblea, dalla camarilla borbonica, venne inscritto sul libro nero, quindi, avviluppato in uno de’ numerosi processi falsi che si intentarono ai buoni patrioti in quell’epoca a Napoli per isbarazzarsi di essi o colla prigione o coll’esilio, credè miglior partito rifugiarsi sovra un legno francese ed emigrare in Piemonte, ove visse dal 1849 fino a tutto il 1860. È bene notare che la gran Corte Criminale di Napoli lo aveva condannato a venticinque anni di ferri.

Nell’esilio occupossi attivamente di studi d’economia politica. Tornato in Napoli, si ritirò in seno alla propria famiglia, ove lo venne a cercare il volo del collegio di Aversa che lo elesse a gran maggioranza suo deputato al Parlamento Italiano.




DE CESARE CARLO

DEPUTATO.


È nato in Spinazzola di Terra di Bari il 12 novembre del 1824 da Raffaele e Francesca San-Germano, entrambi appartenenti a nobili famiglie. Fu educato fin dalla tenera età nel collegio reale di Potenza, dal quale uscì a 15 anni avendo già conosciuti gli studi di belle lettere. Studiò leggi allora, ebbe laurea, e sembrandogli dapprima di voler dedicarsi alla professione di avvocato, ebbe poscia a smetterne il pensiero e concorse pell’alunnato di magistratura. Su 574 concorrenti cinque soli furono approvati e nel numero di quei cinque si trovò il De Cesare.

Bisogna dire che gli studi legali non occupavano soli il giovine magistrato, il quale fino dall’età di 16 anni pubblicava vari suoi scritti letterari, e prendeva parte alle redazioni di vari giornali di piccolo formato, quali L’Omnibus, il Salvator Rosa ecc. ecc. Nel 1841