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ei dette alla luce un volume di versi; nel 1845 pubblicò un romanzo storico: Il conte di Minervino, che fu posto nella collezione de’ più scelti romanzi pubblicati allora dal fiorentino Batelli. Due anni dopo il De Cesare dava alla luce due nuovi volumi di versi, e nel 1847 metteva fuora una memoria sui demani dell’ex-reame di Napoli.

Nel 1848, giovine e ardente, si gettò a tutt’uomo nella rivoluzione, pubblicando nel medesimo tempo un suo libro sulla giustizia nel regno di Napoli e un volume di canti nazionali sull’indipendenza italiana in favor della quale aveva por allora snudalo la spada il magnanimo Carlo Alberto. Nè mancava di prender parte alla redazione di giornali politici, scrivendo interessanti articoli nel periodico La Costituzione diretto dal De Virgilii. Perduta la battaglia di Novara dalle armi italiani, la reazione rialzò più che mai orgoglioso il capo nell’antica Partenope, e il De Cesare, che veniva accusato di appartenere, al partito detto Albertino dal gran martire d’Oporto, di cui lo si accusava di aver diffuso e sostenuto le dottrine nella terra di Bari, dovette nascondersi, e quindi andar profugo e ramingo pei boschi di Basilicata, durante ventisette mesi, in cui soffrì ogni sorta di privazioni e di disagi. Costituitosi alfine prigioniero, giacchè eragli impossibile durare più a lungo a condurre simil sorta di esistenza, assoggettato a giudizio, ne risultò non esser sufficientemente provata l’accusa, quindi avrebbe dovuto andar assolto se la Polizia non avesse giudicato opportuno di assoggettarlo a residenza fissa nel suo paese nativo. Il De Cesare si dette allora agli studi agronomici, e mettendo in pratica le nozioni acquistate formò una specie di podere modello che servi d’eccitamento e d’emulazione ai proprietari di Spinazzola, i quali si dettero ad imitarne nelle loro terre i più utili perfezionamenti.

Nè, pago di tali applicazioni di utilità pratica e positiva, il nostro poeta rifuggi dallo studio anche più positivo dell’economia politica, sopratutto in quanto le teorie di questo studio potevano applicarsi alle discipline agricole ed industriali. Come frutto di tali apprendimenti il De Cesare delle alla luce nel 1852 il