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Dotato di pronto ingegno, forbito scrittore, dicitore elegante e succoso, ebbe successo nella sua professione, nell’esercitar la quale fino al 1848 gli venne fatto di darsi a conoscere in modo favorevolissimo ai propri concittadini.

Sopraggiunta la rivoluzione del 1848, il governo provvisorio di Lombardia gettò gli occhi sopra il Restelli, onde inviarlo, come lo inviò, qual proprio rappresentante presso la repubblica Veneta, nella qual circostanza egli ebbe occasione di stringersi in amicizia col compianto Daniele Manin.

Decisa mediante la di lui attiva e sagace influenza la riunione politica della Venezia colla Lombardia ed il Piemonte, Restelli fece ritorno in Milano, ove sul finire di luglio, volgendo a male le cose della guerra italiana, egli fu, insieme al generai Fanti ed al dottore Maestri, incombenzato di comporre il Comitato di difesa, che resse la cosa pubblica per pochi giorni, nei quali tornarono inutili i più energici sforzi, mentre d’altronde la posizione stessa e la struttura della città la rende difficilmente tutelabile.

Rientrati in Milano gli austriaci, per ordine espresso del Radetzky al Restelli fu tolta la facoltà di patrocinare, fu posto il sequestro sui suoi beni, giacchè erasi egli rifugiato in Piemonte ove rimase fino al 1851, non rientrandovi che dopo la pubblicazione dell’amnistia, avvenuta in quell’anno stesso.

Inutile il dire che il Pestelli, restituitosi nella città natale, si tenne affatto lontano da ogni contatto governativo, prestandosi tuttavia alle consulenze legali ch’ei rendeva privatamente e che spessissimo venivangli richieste da ogni ceto di cittadini, essendo anche di tal guisa stato in caso di rendere importanti servigi alla pubblica cosa come consulente legale presso la grandiosa cassa di risparmio.

Il Restelli ha pubblicato in varie occasioni diversi opuscoli su materie politiche, economiche e giuridiche, e crediamo non dover passare sotto silenzio com’egli nel 1842 si avesse dall’istituto di scienze, lettere ed arti di Milano aggiudicato il premio istituito dall’imperatore Napoleone I per la memoria presentata da