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I nostri lettori non si dorranno se noi ci tratterremo alquanto nel riferire lo vicissitudini di un’esistenza a più d’un riguardo così interessante.

Nato in Pesaro nel 1800, fece accuratamente in quella città i suoi primari studi, dimostrandosi fin dalla più tenera infanzia portatissimo per la poesia, quindi passò a Bologna ove segui i corsi di quell’università dandosi ben presto a conoscere per giovine di eletto ingegno.

Nel 1831 ei prese parte importantissima ai moti rivoluzionari che agitarono la Romagna, essendo stato assunto, malgrado l’età giovanile, a far parte dei governo provvisorio stabilito in Bologna. E da notarsi che il Mamiani fu il solo membro di esso governo che ricusasse di sottoscriver l’accordo, col cardinale Benvenuti, giudicandolo umiliante e infruttifero. Caduto quel movimento, al Mamiani, convenne esulare; egli andò a fissare stanza a Parigi, ove, lasciando per alcun tempo le cure politiche da banda (rifiutando perfino di formar parte della Giovine Italia fondata da Mazzini, e ciò dopo aver pubblicato un opuscoletto intitolato: Nostro parere sulle cose italiane, in cui diceva com’ei vedesse fosse, prima di provocare l’azione, necessario di educare un po’ più le classi popolari e far loro meglio comprendere il sublime significato di queste due parole, patria e libertà) si dette con tutto impegno ai suoi studi poetici e filosofici, pubblicando durante il prolungato di lui soggiorno in quella metropoli la maggior parte delle sue opere poetiche e filosofiche.

Una gravissima infermità, che lo fece vivere per quasi tre anni privo della vista, l’obbligò a sospendere i suoi importanti lavori; appena ristabilito in salute, riprese a scrivere e a dar fuora opere filosofiche e poetiche, di cui parleremo più lungi, e che sebbene oppugnate o criticate da alcuni, tuttavia valsero a dar fama al Mamiani d’ingegno elettissimo.

L’assunzione di Pio IX al pontificato riapriva al Mamiani le porte della patria; ma egli non intendeva accettare le condizioni che il nuovo pontefice metteva al ripatrio degli esuli, e che sembravangli, a ragione, implicare un biasimo sugli atti della sua vita passata.