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Nato in Lucca nel 1820, fu educato in quel collegio, e venne poscia laureato in matematiche dopo aver percorso quello studio nel liceo di essa città.

Si mostrò caldo di sentimenti patriotici fin dalla più giovanile età, e non appena ultimato il corso dei suoi studi, si recò a Parigi, ove trascorse due anni, frequentando quella scuola d’applicazione di Ponti e Strade, poscia visitò tutta la Francia, l’Inghilterra, la Svizzera, il Belgio, l’Olanda e la Germania, stringendo in quei paesi relazione con illustri italiani colà esuli e con chiari stranieri.

Tornato in Italia, passò a Roma, nei primi tempi del pontificato di Pio IX, per istudiarvi architettura e pittura, ed ebbe l’onore d’essere la prima vittima della polizia romana.

Nella città eterna si era costituita una società di armi e ginnastica, di cui era stato eletto presidente il Pelosi. Questo fatto era già bastalo a metterlo in sospetto presso la polizia di M.r Grassellini, allora governatore di Roma. Nel medesimo tempo il di lui amico e compagno di studi Morandini era stato arrestato a Venezia e gli si intentava processo sotto l’accusa d’alto tradimento. Ora il nostro protagonista venne pur esso involto in quel processo, ed il governo austriaco ne chiese l’arresto e l’estradizione al governo pontificio, il quale non ardì obbedire, ma esigliò il Pelosi dagli Stati del Santo Padre. Il Pelosi, dal canto suo, rifiutossi ricisamente a partire, e per quaranta giorni rimase in Roma, sfidando le ire della polizia pretesca. La gioventù romana aveva fatta propria la di lui causa, e se la polizia avesse tentato di eseguire l’arresto tante volte minacciato, non eravi a dubitare che non ne fosse resultato una collisione.

Ciò avveniva nel marzo del 1847, mentre sotto la tenebrosa influenza d’un Nardoni, Roma si vedeva inondata d’un’orda di scherani venuti dalle provincie, i