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vette fuggire i colpi di pugnale di cui lo minacciavano gli antichi birri che avevan tolta la maschera di democrati puri; lo accusavano d’essere un albertista.

Dopo il disastro di Novara, avvicinandosi i tedeschi alla Toscana, il Pelosi ridiè di piglio al fucile, e in compagnia di una mano di animosa gioventù fiorentina s’avviò verso la frontiera; ma scoppiato durante la loro marcia il moto restaurativo in Toscana, quel drappello di giovani si sciolse e posò le armi.

Caduta affatto la fortuna d’Italia, Pelosi non disperò e rivolse gli occhi egli pure verso il Piemonte ove sventolava, sorretta dal valoroso e leale braccio di un giovane re, la nazionale bandiera.

Costituitasi appena la società nazionale, ei fondò in Lucca un comitato. La felice rivoluzione del 27 aprile lo salvò dalle conseguenze d’un processo iniziatosi contro di lui.

Ricompensato dal sovrano colla croce mauriziana per gli eminenti servigi da esso resi alla patria, venne eletto alle due ultime legislature dal collegio di Castelnuovo di Garfagnana.

Non dimenticheremo di mentovare che il Pelosi è autore d’un nuovo sistema di strade ferrate, del quale può vedersi un modello nel gabinetto tecnologico dell’università di Pisa.




CARLO BERTI PICHAT

deputato.


È uno degli uomini più rispettabili ed onorandi che vanti l’Italia. Nato ed educato in Bologna nel nobile collegio di S. Luigi, indi in quella università, si distinse molto per ingegno altissimo nello studio delle matematiche e nella musica. Correvan tristi i tempi per l’Italia, ed egli, dedito agli studi, occupossi esclusivamente nella pratica dell’agricoltura nelle sue vaste possidenze, facendo tesoro di tutte le moderne applicazioni delle scienze all’industria agricola, e addivenendo l’amico e il padre de’ suoi contadini, dei quali fu sempre l’idolo. Condusse a sposa la signora con-