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nelle primissime elezioni lo proclamava a suo deputato, come ebbe poi a proclamarlo sempre in tutte le legislature.

Entrato così in Parlamento colla prima sessione che inaugurava appo noi il regime rappresentativo, si può dire che d’allora in poi egli spogliasse la veste dell’avvocato per assumere quella dell’uomo politico. E la opportunità di chiarire come in lui fossero le qualità da costituirlo tale non tardava a presentarsi. La Lombardia, inebriata ancora dal disputalo trionfo delle cinque giornate, aveva votalo l’unione al Piemonte; ma corriva alle idee che dominavano in quei giorni d’incomposto entusiasmo, apponeva a tal voto la condizione di una costituente che avesse a regolare le basi della monarchia costituzionale sotto lo scettro della dinastia di casa Savoja. Siffatta condizione in mezzo agli sconvolgimenti ond’era agitata tutta l’Europa, con al fianco la recente repubblica francese, era tale da destare gravi preoccupazioni; ed il partito municipale tra noi ne traeva argomento per suscitare in Torino una grande agitazione collo spauracchio del trasferimento della capitale e del pericolo che poteva correre la dinastia.

Per altra parte il rifiuto di quella condizione poteva debilitare e rimovere il proposito del popolo lombardo d’unirsi al Piemonte e metteva a repentaglio quell’annessione immediata, che sola poteva darci forza nel sostenere il peso della guerra.

Tra questi due pericoli, Rattazzi, unito ai suoi amici non esitò a dichiararsi per il partito che sarebbe valso a scongiurare il più grave. Torino era inquieta; la commovevano le parole di persone autorevoli, quali erano il Pinelli, il conte Cavour ed altri saliti già allora in fama d’uomini politici. Ma Torino era già fin d’allora conosciuta per il suo spirito d’ordine e d’annegazione; e si poteva fare sicuro assegnamento che, anche tocca ne’ suoi sentimenti più vivi, non avrebbe contraddetto al voto dei rappresentanti del paese. La Lombardia invece, e principalmente Milano, era travagliata dalle sette repubblicane, le quali di lieto animo avrebbero colto qualsivoglia pretesto fosse pôrto dal