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Il Manna cui gli antecedenti suoi e le proprie disposizioni d’animo irresistibilmente consigliavano di accogliere questo partito, accettò le offerte così gentilmente e opportunamente fattegli, ed entrò di tal guisa, con l’importante carica di direttore generale delle gabelle, nell’amministrazione dello Stato.

Nominato regio commissario per sostenere la discussione intorno ai progetti di leggi di imposta ebbe campo di rivelare nelle due camere la profondità delle sue cognizioni in fatto di economia e di finanze. Più tardi ei venne elevato alla dignità di Senatore, e da quel momento prese ai lavori di quest’Assemblea una parte delle più attive.

Caduto, dopo il doloroso fatto d’Aspromonte, il ministero Rattazzi, il Manna fu chiamato a far parte del nuovo gabinetto costituitosi sotto la presidenza Farini.

Gli fu affidato il portafogli di agricoltura e commercio, ch’egli tenne con molta operosità e con abilità non ordinaria. I deplorabili avvenimenti accaduti nel settembre a Torino occasionarono il ritiro del gabinetto di cui era membro il Manna, ma noi siamo convinti che il modo col quale egli si è diportato trovandosi al potere, non mancherà in una prossima occasione di farlo entrare di nuovo nei Consigli della Corona.

Noi abbiamo parlato più sopra del discorso proferito dall’onorevole Manna in propria giustificazione, rispondendo alle punture fattegli dal deputato Saracco.

Allora non avevamo il testo di quel discorso sotto gli occhi, ora essendocene stata comunicata gentilmente una copia, tal quale dalla stenografia fu ritratto per la Gazzetta Ufficiale, crediamo merito del l’opera il riprodurlo qui testualmente:

«Manna, ministro per l’agricoltura e il commercio: Prima che la discussione sul grande argomento finanziario incominci, io domando la parola per un fatto personale.

«Certe armi non dovrebbero usarsi giammai in una fianca e leale opposizione, certi ricordi riescono sempre scortesi ed ingenerosi quando si riferiscono a precedenti individuali delle persone che si vogliono combattere nell’arena parlamentare.