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senatore.


La famiglia Lechi è una delle più cospicue di Brescia; essa prese parte principalissima alla rivoluzione avvenuta in quella generosa città nel 1797; in quel l’occasione il nostro protagonista che contava appena 11 anni, essendo nato nel 1786, comandava il battaglione della Speranza. Si sa qual cammino abbiano fatto i suoi tre fratelli Giuseppe, Teodoro e Angelo tutti e tre generali.

Nel 1798 gli Austriaci invasero Brescia e devastarono i palagi dei Lechi; Luigi si ritirò a Genova ove continuò i suoi studi sotto il celebre Massucco.

Tornato in patria insieme alla vittoriosa armata francese, della quale facea parte la legione italica comandata dal suo fratello maggiore, entrò al collegio dei nobili di Milano in cui stette quattro anni.

Dopo aver terminati gli studi letterari e filosofici si recò a Pavia onde apprendervi le scienze fisiche nelle quali si perfeziono a Parigi.

Laureatosi in medicina, sebbene non pensasse ad esercitare la professione, passò vari anni a coltivare lo studio della chimica e della mineralogia, e senza abbandonare le lettere si occupò particolarmente di agricoltura in un’isola del Benaco che gli apparteneva (l’isola Lechi) ove abitava ordinariamente ed ove, sospettato dalla polizia austriaca, fu arrestato nel luglio del 1821.

Un anno intiero durò la sua prigionia, e la sorveglianza ed ogni sorta di persecuzioni un tempo ben più lungo. Finalmente lo si liberò conservando il processo aperto onde egli ogni giorno dovesse tremare, quando di tremare fosse stato suscettibile per la sua libertà.

Restituitosi alla sua isola, non lasciò più quell’ameno soggiorno se non che nel 1832 quando la morte di una sua amica glielo rese disgustoso.