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Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 3.pdf/123

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ser pronta a far sacrificio del generoso sangue dei propri figli, purchè gli fosse concesso di riprendere il posto che gli spettava fra le civili nazioni, re Carlo Alberto, giudicando che il momento fosse alfine venuto di dar corpo ai nobili disegni da si lungo tempo vagheggiati, e mettendosi alla testa del movimento rigenatore italiano, crebbe la fila del suo compatto e ben disciplinato esercito, tanto che in quell’occasione il maggiore Pastore otteneva le spalline di colonnello.

Tre anni dopo soltanto, egli era promosso al grado di maggior generale, essendogli affidato l’importantissimo comando del personale d’artiglieria fino dal 1848, comando da esso conservato fino al 1858, epoca in cui fu chiamato alla direzione del materiale.

Quando l’ora della seconda e definitiva riscossa ebbe suonato pel Piemonte, nel 1859, il generale Pastore fu avanzato a luogotenente generale, e si ebbe il comando superiore dell’artiglieria dell’esercito, nella quale altissima posizione rese i più efficaci servigi al paese, e contribui massimamente al felice esito di quella imperitura campagna cui l’Italia deve la propria esistenza.

Dopo quella sosta fatale, ma appunto come la fatalità inevitabile, che fu la pace di Villafranca, il generale Dabormida, essendo stato chiamato dalla fiducia del Re a prendere il portafogli degli affari esteri, lasciò vacante il comando generale dell’artiglieria, che venne rimesso nelle abili mani del nostro protagonista.

Quando avemmo a parlare dell’operoso generale Dabormida dicemmo, come egli subito dopo avvenuta la morte dell’illustre conte di Cavour, ammalasse di morbo gravissimo e che sembrava avere i più grandi rapporti con quello sotto gli attacchi del quale aveva dovuto soccombere il gran ministro. Anche in quell’occasione il generale Pastore fu chiamato a surrogarlo nelle importantissime funzioni di presidente del comitato centrale d’artiglieria.

Nell’anno successivo (1862) altre incombenze ugualmente onorifiche e di rilievo erangli confidate, mentre lo si nominava presidente del supremo tribunale di guerra. Si fu pure in quello stesso anno, che il di-