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di quell’importante periodico, che ebbe per titolo il Progresso.

Poco più tardi il giovine scrittore mise alla luce due romanzi, dei quali il primo proponevasi lo scopo santissimo di scaldare agl’Italiani il petto d’amor patrio, citando loro un esempio chiarissimo di questo affetto, il più puro che l’uomo possa nutrire; il secondo aveva pure per oggetto un fine caritatevole ed utile, mentre doveva servire a far si che il Governo borbonico ed in ispecial modo il ministro di polizia, s’inducessero finalmente a porre un termine a quel barbaro sistema di servizio che veniva metodicamente impiegato nelle prigioni di Napoli. E gli è inutile dire che non valse disgraziatamente l’opera filantropica del barone Gallotti, a mutare in niente un regime dei più barbari che abbiano mai esistito, regime che doveva cessare soltanto col dispotismo esercitato dalla dinastia borbonica al momento della caduta faustissima di questa casa.

Nel 1848 il barone Gallotti, il quale ispirava a buon dritto molta fiducia ai propri concittadini, ebbe il comando di un reggimento della guardia nazionale della metropoli, fu eletto deputato à quel Parlamento, e questore nella Camera napoletana.

In questa Camera il Gallotti capitanava la destra, perchè aveva piena ed intiera fede nelle promesse fatte da Ferdinando II, ch’egli riteneva non esser mai per infrangere il patto da esso giurato solennemente al cospetto dei rappresentanti della nazione.

Ma il disinganno quanto meno preveduto, tanto duveva essere più doloroso per il Gallotti, il quale appena ebbe inteso come il Decurionato della città di Napoli stesse per cedere alle ripetute istigazioni del Governo, e s’inducesse a chiedere l’abolizione della costituzione, si recò con quanta maggior prontezza potè presso quel civico corpo, e si adoperò a tutt’uomo, onde questi non insistesse nella presa determinazione, e non si inducesse a seguire i perfidi consigli che gli venivano dati, facendogli osservare come fosse per motivare la ruina delle sorti della patria.

Caduto come tutti ricordano, dietro l’urto delle ba-