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«In ogni parte d’Italia l’amicizia è affetto potente, per gl’Italiani di Napoli è passione: nati sotto un sole che brucia, educati vicino ad un vulcano perenne mente ignivomo, si direbbe che il loro cuore partecipi dell’uno e dell’altro; il Napoli l’amicizia è vulcano per chi la sente, è sole benetico per chi ne fruisce. Ranieri conobbe Leopardi e per quell’istinto ordinario dei generosi che più amano quanto più chi imprendono ad amare è immeritatamente destituito d’affetti e di speranze, l’amò come rarissimamente suolsi amare. Ottenne, dopo lunga insistenza, di tornare a Napoli; e perchè si credeva quell’aria poter recare giovamento all’amico contemporaneamente affetto da tisi e da idrope, lo condusse seco sperandone benefici effetti. Nei paesi di Napoli al settentrionale sorge la collina di Capodimonte, lieta d’aranci, di fiori e d’aure miti; colà Ranieri fattasi compagna nel generoso officio la sorella Paolina, condusse in un suo casinetto l’amico Leopardi. Quando l’una delle infermità che travaglia vano la vita di quel grande infelice dava tregua al suo corpo affranto, allora, a trovar rimedio all’altra, una villetta del parentado di Ranieri, nelle falde del Vesuvio, accoglieva i tre amici.

«I miei lettori che avranno senso di gentilezza, comprenderanno e ammireranno, considerandolo, questo esempio stupendo d’amicizia e annegazione: erano due esseri che si sacrificavano per un altro! - Al povero ammalato si mandava buona ogni fantasia; gli si faceva venire il pane dalla città distante tre leghe, si faceva andare a letto la mattina, levarsi la sera e desinare a mezzanotte, vivere fra le tenebre tra le quali nascondeva con fiero pudore il suo dolore e la sua infermità. Lo si circondava dei medici i più bravi; o poi si lottava non solo contro il suo male, ma anche contro lui stesso, giacchè abusava di tutto; se gli si permetteva il caffè, ne beveva venti tazze.

«Venne il 1836, e con esso il colera; Leopardi ne fu sbigottito ed incominciò a presentire la sua prossima fine, tutte le sue lettere di quel tempo lo mostrano.

«Come fra le acque sconvolte dell’Oceano i marinai si adoperano a salvare il legno diletto su cui