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Tenne il conte Oldofredi, per breve spazio di tempo, le redini del governo di quella cospicua città; le grassazioni continue ed aggressioni che avvenivano fin nell’interno delle case, e nelle ore diurne, avevano sparso lo spavento ed una certa diffidenza contro l’autorità governativa locale. Il conte Oldofredi che pur si adoperava a tutt’uomo a curare radicalmente quella schifosa piaga, triste rimasuglio dell’amministrazione pretesca, e che in un tempo non lontano vi sarebbe senza alcun dubbio riuscito, credette della sua dignità di offrire le proprie dimissioni per un sentimento di delicatezza, che non potrebbe certo non essere altamente approvato.

Da quel momento egli si è messo ad occuparsi di affari industriali, del che non possiamo che molto lodarlo, parendoci che a questa branca sarebbe utilissimo per l’Italia si dedicassero le persone appunto della sua provata onestà e della sua levatura di mente.

Il conte Oldofredi assiste di frequente alle riunioni pubbliche e private dell’illustre consesso di cui meritamente fa parte, ed il suo avviso ha non lieve pondo nelle deliberazioni di esso.


senatore.


Nato a Genova e appartenente ad onorata e doviziosa casa commerciante, ha potuto aumentare considerevolmente il lustro e censo di essa, tanto, che a quest’ora è stimata a ragione, come una delle più considerevoli d’Italia.

Il Governo del re lo ha per questo titolo ammesso all’onore di far parte del Senato, ai lavori del quale interviene non di frequente.