Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 3.pdf/183

Da Wikisource.

— 1033 —

nistro, se non alla sinistra pura, al qual Depretis erasi per maggior gvarentigia del garibaldismo dato a segretario particolare un Guerzoni, giovine più che ardente, e che alcuni pretendevano e pretendono, non sappiamo con quanta ragione, essere un mazziniano devoto.

Il Rattazzi era di buona fede, e credeva di riuscire a fare di Garibaldi ciò che meglio gli avrebbe accomodato: benchè Sarnico avesse dovuto essere una lezione per lui abbastanza cfficace, tuttavia egli continuava d’aver fiducia di potere scongiurare la tempesta, la quale andava ogni giorno più addensandosi e minacciava ben presto di dover scoppiare.

Intanto il Garibaldi tra le garanzie da esso imposte al presidente del Consiglio dei ministri, aveva messo quella che al marchese Pallavicino, fosse data la carica di prefetto di Palermo. Il Governo vi aveva aderito di buon grado, tanto più perchè si aveva piena fiducia, nella moderazione e lealtà dell’onorevole Senatore, moderazione e lealtà delle quali si era avuto chiarissime prove, in quanto egli aveva fatto come prodittatore in Napoli.

Finalmente il vincitore di Milazzo, parte per la Sicilia, e ben presto si mette colà a suscitare una grande agitazione, raunando armi ed armati, tanto palesemente, che tutti ammettevano stesse egli per organizzare una spedizione d’accordo col Governo, e terminando col metter fuora il famoso proclama, che terminava colle troppo celebri parole: «O Roma o morte».

Che cosa faceva in questo tempo il marchese Pallavicino, prefetto di Palermo?

Il marchese Pallavicino lasciava fare al generale Garibaldi tutto ciò gli pareva e piaceva; si sarebbe detto, che egli non aveva poteri sufficienti, nè autorità che bastasse, a indurre il generale a ristarsi dall’intraprendere ciò ch’egli intraprendeva.

Per un bel pezzo l’illusione del commendatore Rattazzi durò; alla fine si scosse, e si diresse al marchese Pallavicino, dicendogli vedesse ciò che faceva Garibaldi in Sicilia, se fosse vero ch’egli adunava armati coll’intenzione palese di sbarcare sul continente napoletano e