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il Torelli possedeva quella forza di volontà che caratterizza l’uomo veramente elevato e che d’ordinario è riserbato a grandi destini. Egli seppe pertanto contenersi, frenare l’impeto d’una indegnazione generosa, e pur confidando in un avvenire di lotta e di trionfo per la patria oppressa, comprese che la miglior maniera di affrettare quell’avvenire era quella di studiare profondamente le risorse del nemico comune, e le vie le più praticabili onde venire a combatterlo e a vincerlo. Questo studio domandava tempo, cure continue, e dissimulazione; giacchè, se la sospettosa polizia austriaca avesse scoperto quali fossero gl’intendimenti del giovine, egli non avrebbe potuto durare a lungo nell’opera, per compier la quale era pur d’uopo rimanesse, non vigilato, nel proprio paese.

Primo risultato notevolissimo delle sue indagini e delle sue meditazioni, fu la publicazione del suo libro intitolato Pensieri sull’Italia, avvenuta nel 1845 a Losanna, e non firmata col proprio nome, ma portante la sottoscrizione di un Anonimo Lombardo.

Questo libro è diviso in tre parti distinte; la prima delle quali contiene importantissime e profonde riflessioni sulle condizioni dell’Italia all’epoca in cui venne scritto: la seconda traccia il piano che l’autore reputava il più adatto a conseguire l’indipendenza nazionale; la terza racchiude alcuni quadri relativi all’Austria e al suo sistema di reggimento nel regno Lombardo-Veneto. Esso produsse dal suo apparire una profonda sensazione, tanto che fu letto e commentato da molti.

Noi non daremo l’analisi di quest’opera, ristampata dal Torelli nel 1853 in Torino; ma non possiamo trattenerci dall’approvare altamente il modo calmo, pacato, quanto chiaro ed esatto con cui procede in essa ad esami di natura loro tanto delicati, quanto facili a porgere occasione di esaltamento all’animo di uno scrittore caldamente patriottico.

I fatti i più abbominevoli, commessi per gli arbitrî inauditi e pel metodo poliziesco di governo dell’Austria, sono essi pure riferiti con la dignità inalterata dell’uomo coscenzioso, dello storico severo.