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senatore.


I Della Rocca, antica e nobile famiglia piemontese, sono militari di padre in figlio; anche in questo momento si contano cinque La Rocca, ufficiali superiori nell’esercito italiano.

Il conte Enrico ha percorso una delle più brillanti carriere che si possano immaginare; e avendo appena oltrepassato la media età della vita, possiede il più alto grado dell’armata.

Egli ha fatto delle splendide campagne, ed ha eser citato dei comandi importantissimi. Senza parlare di tutti, ci contenteremo di ricordare quello del corpo d’esercito dell’Umbria, che espugnò una dopo l’altra le ben munite fortezze papaline e prese una parte così onorevole alla campagna napoletana.

Il conte Della Rocca, promosso a generale d’armata e nominato senatore del Regno, ebbe il comando del dipartimento militare di Torino.

A questo punto noi non possiamo a meno di far parola delle polemiche sorte tra l’onorevole generale e la commissione parlamentare d’inchiesta, intorno ai fatti funestissimi cui abbiamo avuto occasione di alludere più di una volta in queste pagine, che insanguinarono Torino nelle giornate del 21 e 22 settembre.

Il ministero Minghetti-Peruzzi, su cui gli uomini d’un certo partito, o meglio alcuni uomini che ci asterremo dal definire, e intorno ai quali non si riunisce un partito propriamente detto, ma una combriccola di gente, le cui aspirazioni e i cui mezzi d’azione sono poco confessabili, pretendevano far ricadere per intero la responsabilità degli schiamazzi, delle violenze e delle uccisioni che ne erano risultate, ha dichiarato alla commissione stessa, che comprendendo quanto bisogno vi fosse in circostanze della natura di quelle che si producevano a Torino, in quel punto, che il comando e l’autorità suprema fossero in una mano sola ristrette, onde non mancasse quell’unità e prontezza d’azione,