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«Tale modo di procedere consuona colle disposizioni della legge e coi regolamenti ed istruzioni vigenti, le quali prescrivono che in caso di disordini la richiesta della Guardia nazionale e delle truppe, debba farsi dall’autorità civile, la quale non solo determina lo scopo dell’azione, ma sopraintende all’adempimento degli ordini, mercè i suoi funzionarî.

All’autorità militare si appartiene ottemperare alla richiesta dell’autorità civile, agire giusta la consegna della stessa autorità e dare le direzioni necessarie per la sua esecuzione (Circolare del Ministero dell’interno 18 aprile 1849, 20 aprile 1862). Ma non può ingerirsi in altro e molto meno nei mezzi preventivi di pubblica sicurezza.

«Nel giorno 22 le cose pigliarono un differente aspetto.

«Infatti dal mattino del 22 il generale comandante il dipartimento, senza aspettare richiesta veruna dalla questura, disponeva le truppe sui varî punti della città e ne dava partecipazione al Ministero dell’interno ed alla Questura.

«Alle 8 e 1/4 antimeridiane del 21, il generale Della Rocca scriveva al ministro della guerra, lamentandosi che il delegato di pubblica sicurezza promessogli dal ministro dell’interno non fosse comparso, ed il ministro della guerra ne faceva subito richiesta al collega (Lettera del generale Della Rocca al generale Della Rovere del 22, ore 8 1/4 e del generale Della Rovere al Ministro dell’interno del giorno stesso, ore 8 1/2); più tardi lo stesso generale Della Rocca scriveva al questore, chiedendogli ufficiali di pubblica sicurezza per continuare le pattuglie e gli aggiungeva quanto appresso: «La S. V. illustrissima è poi pregata a far visitare le case di tolleranza e quelle degli affittaletti onde rilevare se o meno vi si trovano persone sospette procedendo in loro confronto a norma della legge (Lettera del generale Della Rocca al Questore del 22 settembre).

«Nel trasmettere al Gran Comando una richiesta di protezione fattagli dalla Società del gas, il questore prega il generale quando concorresse nello stesso