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«A notte avanzata, quando sarà ristabilita la calma, credo prudente far partire le guardie di polizia, delle qualinon possiamo più servirci in questa contingenza.

«22 settembre, ore 10 sera.

«Generale Della-Rocca


«Questa lettera fu scritta di proprio pugno dal generale alle ore 10 pomeridiane, subito dopo avuto al Gran Comando l’annunzio dei fatti di piazza San Carlo.

«E quella del ministro dell’Interno scritta alle 10 1/2 è evidentemente la risposta a detta lettera, non l’adempimento di accordi verbali. Ed apparisce eziandio dal confronto della medesima come il Gran Comando fosse indotto a chiedere l’allontanamento delle guardie di pubblica sicurezza, anzichè dai fatti del 21, da quelli della sera stessa del 22, giusta le prime informazioni ricevute da esso a carico delle guardie stesse.

. E qui facciamo fine, non senza osservare che in assenza dell’ordine scritto del generale Della-Rovere non può recar meraviglia la incerta memoria che il generale Della-Rocca serba delle cose passate in quei giorni tra esso e i ministri. Poichè, se è certo, come crediamo aver dimostrato, che gli accordi necessari ad attuare la deliberazione fatta il 21 dal Consiglio dei ministri furono presi con S. E. il generale Della-Rocca, appena egli fu giunto in Torino la notte del 21 al 22 settembre, non è men vero, che altre e frequenti conferenze ebbero luogo fra il generale medesimo ed i ministri, così nel giorno 22, come nella notte dal 22 al 23 e nel giorno 23, intese tutto al fine del ripristinamento della pubblica tranquillità; sino a tanto che, come accortamente osserva il generale nella sua lettera, essu venne poi nel pomeriggio definitivamente assicurata da un’altra cagione assai più potente ed a tutti abbastanza nota perchè non sia il caso di qui menzionarla (Lettera del generale Della-Rocca).

«Il 21 gennajo 1865.


«M. Minghetti - U. Peruzzi - G. Pisanelli
E. Visconti Venosta, deputati al Parlamento».


Per quel debito d’imparzialità cui non vogliamo in alcun modo sottrarci, crediamo obbligo nostro di ag-