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Io dunque dico che lo scopo della Convenzione del 15 settembre non è che questo, con quella Convenzione si viene a dire che, visto il consolidamento del Regno italiano sempre crescente e progrediente nella sua unificazione; considerato che il Regno d’Italia ha un profondo interesse a mantenere nel suo seno la grande istituzione del Pontificato cattolico, e che parte pratica di questa conservazione vi entra nella certamente il diritto italiano, il Governo francese si risolve a ritirare le sue truppe da Roma, e ad investire il Governo italiano di quel protettorato ch’esso aveva assunto e sostenuto per più anni.

«Se non che, o signori, il Governo imperiale avendo bene o male che fosse assunto in faccia al mondo cattolico la grande e solenne missione di difendere e guardare il papa, non poteva con una parola disfare il fatto ed abbandonare senz’altro la quistione in mano al Governo italiano.

«Qualche cosa bisognava fare perchè questo solenne passaggio, quest’importante transizione seguisse nelle forme e colle cautele convenienti. Noi arriviamo appunto a dire l’oggetto e lo scopo pratico del trattato.

«Tutti i patti e condizioni e garanzie che si di cono essere nella Convenzione del 15 settembre, tutti tendono a questo scopo a continuare quell’esperienza del potere temporale che il Governo di Francia avea in faccia al mondo cattolico assunto a sè.

«In questo momento infatti il Governo francese fa, a dir cosi, prove ed esperimenti circa alla possibilità del potere temporale.

«Questo è lo stato delle cose.

«Ebbene nel senso della Convenzione questa esperienza deve continuare, quest’esperienza deve essere assunta dal Governo italiano, in conseguenza bisogna architettare i patti, in maniera che questa esperienza fosse continuata tanto quanto fosse possibile continuarla, e così come il mondo cattolico intendeva che si facesse dal Governo francese.

«Gli articoli della Convenzione portano prima di tutto l’obbligo assunto del ritiro dei Francesi da Roma.