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repubblicani di Savoja, che alla lor volta eccitavano maggiormente il malcontento, che il dubbio ed il sospetto avevano destato in quell’antico retaggio dei principi sabaudi. Intanto da Lione venivano segreti avvisi, che bande organizzate avrebbero invaso il ducato di Savoja e vi avrebbero proclamato la repubblica.

«Infatti il giorno 3 aprile nel 1848 le bande lionesi, che sono conosciute col nome di voraces, entrarono nella capitale del ducato portandovi la rivolta, la quale non durò che 22 ore, poichè, mentre l’intendente generale e il comandante che avevano radunati soldati ed artiglieria, si mettevano in cammino per iscacciare quegli audaci invasori, la buona popolazione di Chambery per mezzo di una reazione, fece da sè stessa giustizia, assalì quelle bande disperse nella città o radunate nelle caserme.

«Dopo questo fatto, com’è naturale, incominciarono le recriminazioni, le accuse dell’una e dell’altra parte, quindi si sollevarono molte ire contro il governatore e l’intendente generale, per cui il governo giudicò prudente il destinare l’uno e l’altro ad altri uffici. Ma un fatto tanto importante non poteva a meno di occupare la stampa periodica, la quale esordendo allora nella vita libera spiegava tutto lo zelo dei neofiti e raccogliendo tutte le impressioni momentanee della pubblica opinione, faceva purtroppo segno di molte censure uomini, la cui fama illibata ee vita esemplare non avrebbero mai dovute esser tratte in piazza.

«A queste ingiurie l’intendente ed il governatore opposero il silenzio, perchè così consigliati dal Governo; però essendosi pubblicata, per incarico del Consiglio comunale di Chambery, una relazione sugli avvenimenti di Savoja, relazione che si aveva ragione di credere non troppo esatta, il barone Sappa pubblicava del canto suo un opuscoletto, in cui si contengono alcune osservazioni intorno a quei fatti, molto giuste e temperate non solo, ma appoggiate ad ufficiali documenti. Più tardi in risposta ad un discorso pronunciato nella Camera dei deputati, dal deputato Mollard, inserì un articolo sul giornale La Nazione, nel quale