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Francia? Ma se cedete ora votando questa Convenzione, come volete supporre che i figli vostri abbiano più coraggio di voi? Per me, signori, non ho questa speranza, io credo che quando giungerà questo tremendo momento noi saremo abbandonati, come è attualmente abbandonata la città di Torino, com’è abbandonata la Valle del Po. Ma, si dice, voi perdete di vista che il compenso di questa Convenzione è lo sgombro delle truppe francesi di Roma, che è pure cosa importante.

«Signori, io non lo credo, io credo che dal momento che la Francia si è riservata d’intervenire ove noi mancassimo a questo patto, io credo che la situazione del potere temporale è assicurata, e lo sgombro dei Francesi da Roma ne è la conseguenza necessaria; la Francia non avrebbe più ragione di stare a Roma; allora, o signori, non sarem più noi che insisteremo presso la Francia pel ritiro delle sue truppe, ma l’Europa e la intera cattolicità.

«Poichè accenno a quest’idea, mi viene in mente uno dei tanti equivoci ch’ebbero luogo all’opportunità di questa questione e che parmi conveniente di particolarmente segnalare.

«Si è detto che il Governo nostro aveva avuto anche la scelta o di lasciare che la Francia occupasse un punto del territorio romano, o di consentire la garanzia collettiva in nome di tutte le potenze cattoliche invece del trasporto della capitale.

«Io ho inteso esservi questo, e non l’ho creduto e nol credo, nè lo credo per l’onore dei contraenti.

«Se veramente la Francia ci avesse fatta questa esibizione, ed i nostri negoziatori non l’avessero accettata, io direi che avrebbero tradito il paese; ma no, non s’è di certo fatta questa offerta, e l’onorevole senatore Menabrea, che ben sentì la gravità di questo equivoco, non tralasciò di distruggere cotesta erronea asserzione del suo collega, l’ex ministro degli affari esteri, e nella seduta di ieri negò che si fosse fatta questa proposta ai negoziatori.»

L’oratore dopo aggiunge in ultimo che s’è vero, come lo si assevera, che l’opinione pubblica siasi pro-