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Il fratello dell’avvocato Benedetto, di cui imprendiamo a discorrere, è morto sul campo di battaglia nelle pianure lombarde durante la guerra rigeneratrice combattuta nel 1859. - Benedetto, uno dei mille, è stato gravemente ferito in Sicilia, e deve a un miracolo della scienza il non essere rimasto storpiato in modo da non poter camminare che a forza di grucce.

Benedetto Cairoli ha fatto eccellenti studi, e se invece di mettersi a tutt’uomo, come ha fatto, nella politica e di seguire, le armi alla mano, il celebre liberatore della Sicilia, si fosse occupato della sua professione, e avesse seguita la carriera forense, andiamo convinti ch’egli sarebbe riuscito uno dei più notevoli avvocati d’Italia. Invece, l’ardente amore di patria da lui nutrito fin dalla più tenera infanzia, e il non meno fervido desiderio d’illustrarsi con qualche nobile impresa compiuta appunto a vantaggio d’Italia, lo indussero a lasciare da banda i suoi studi, per seguire nelle sue corse avventurose ed ardite quell’intrepido condottiero, cui i suoi stessi avversari i più accaniti, pagano un tributo larghissimo di ammirazione; ognun comprende, che intendiamo parlare di Garibaldi.

Il Cairoli seguì l’eroe di Marsala nelle guerre da lui combattute in tutta la penisola ed in Sicilia, ove pervenuto al grado elevato di colonnello, fu pericolosamente ferito nell’entrare che fecero le truppe garibaldine in Palermo.

Dopo aver lottato a lungo colla morte, il temperamento robusto del Cairoli e le cure prodigategli la vinsero, ma egli rimase crudelmente storpiato giacchè il tendine della gamba destra leso dal proiettile, erasi raccorciato, e aveva fatto sollevare la punta del piede e ratrappire notevolmente il ginocchio. Forza fu dunque al Cairoli di abbandonare la spada per riprendere la penna e valersi della parola.

La nobiltà del suo carattere, e la stima tutta speciale che nutriva per lui il vincitore di Milazzo, vi aprirono l’adito alla Camera ove egli sedè all’estrema sinistra.

Il Cairoli non prese che poche volte la parola, e questa prese in solenni occasioni. Ma il modo distinto