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quindi a studiar matematiche e ad approfondire la storia nell’Università di Torino.

Nel 1836, dopo essersi distinto per assiduità di applicazione e per svegliatezza poco comune di mente, ei fu laureato ingegnere. E siccome lo studio della storia procedeva di pari passo pel Ricotti con quello più grave ma non più importante delle matematiche, così ei si stette a trattare il tema proposto con premio della Regia Accademia delle scienze di Torino, tema relativo all’istoria delle Compagnie di Ventura in Italia.

Il modo col quale il chiaro giovine trattò e sviluppo il quesito posto dall’Accademia, fu così di soddistazione di questa che il Ricotti ne ottenne lo stabilito premio, quantnnque egli, dal canto suo, non si tenesse pago del proprio lavoro e si accingesse a rifarlo sopra più vaste proporzioni.

Nel 1837 il Ricotti entrò nel genio civile e due anni dopo era nominato a membro delle regie deputazioni sopra gli studi di storia patria.

Non corse un altr’anno che il nostro protagonista, entrava col grado di luogotenente nel genio militare e quasi contemporaneamente, aveva l’onore di essere ammesso in qualità di socio ordinario nella Regia Accademia delle scienze.

Nel 1844 la sua storia delle Compagnie di Ventura usci alla luce divisa in quattro volumi, e gli valse la croce del Merito Civile di Savoia, croce che, come ognun sa, è tenuta in qualche riserbo non essendosi prodigata a torto e a traverso, come quella dei noti Santi.

Più tardi, essendo al potere il marchese Alfieri di Sostegno, il Ricotti venne da esso invitato ad aprire un corso di storia patria nell’Università di Torino, corso che valse novella e meritata stima all’onorevole professore.

Gli avvenimenti politici del 1847, mediante i quali si preparavano le concessioni liberali dell’anno successivo, ebbero il Ricotti a fautore non ultimo, mentre ei fu chiamato a far parte in qualità di membro e di relatore della commissione superiore di revisione