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Del resto il marchese De Riso, non si applicava a questi diversi studi con altro scopo, se non con quello di divenire un distinto e culto gentiluomo, un cittadino fornito di quei lumi necessarî a poter essere di giovamento alla patria.

Durante il soggiorno in Napoli il De Riso ebbe occasione e discernimento bastevole, malgrado la sua giovine età, ad iscorgere l’abbietto meccanismo del governo borbonico, e fin da quel punto risenti contro di esso quell’antipatia e quell’odio che ad ogni uomo onesto ha sempre ispirato.

Tornato in patria, ebbe cariche municipali e provinciali, nel cui esercizio si mostrò oculatore fornito di un senno superiore all’età sua; più tardi, manifesto sentimenti e tendenze liberali, che si tradussero in fatto, dopo la nefasta carneficina del 15 maggio, mentr’egli partecipo, in qualità di membro, di un comitato di salute pubblica, costituitosi in Calabria, e composto di parecchi dei più liberali ed influenti cittadini, nell’intento di mantenere intatto lo Statuto, e provvedere onde certe classi di persone non mettessero quelle tristi circostanze a profitto per trasmodare in deplorevoli eccessi.

E una volta reduci da Napoli i deputati cacciati fuora dall’aula parlamentare dalla soldatesca che vi penetrò colla baionetta in canna, e fra questi deputati trovandosi il fratello Eugenio, l’insurrezione crebbe gigante, e compiè tutto quanto potevasi, onde ricondurre colla forza il fedifrago Ferdinando II, sulla via del progresso e della libertà. Ma nonostante tutti gli energici sforzi di quei generosi, sforzi cui i De Riso presero efficacissima parte, la rivoluzione fu vinta, e la reazione trionfante di essa, misesi ad esercitare implacabilmente le sue vendette.

Eugenio pervenne a stento a salvarsi sopra una barchetta che il condusse a Corfü; Tancredi venne destituito da tutte le cariche che la fiducia dei suoi cittadini gli aveva fatto ottenere, e ben presto, sorvegliato, perseguitato dalla polizia, fino al giorno in cui senza l’ombra di giustizia e di procedimento legale, venne arrestato, condotto a Napoli, chiuso entro