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La meritata influenza da esso in breve acquistata, l’assennatezza dei suoi giudizi, il modo affatto plausibile col quale esegui importanti missioni affidategli, lo designarono al Governo del Re come meritevole di far parte di quel consesso supremo, destinato a moderatore della nazione, e a tutelatore costante delle sue istituzioni.


senatore.


È un figlio di Genova, detta già la superba, e che oggi potrebbe dirsi l’industriosa. – Uomo di molto cuore e di mente assai sveglia, i suoi natali e le sue qualità individuali lo hanno fatto stimare dai propri concittadini e gli hanno acquistati tra essi un’influenza che lo ha posto in cima alle faccende del municipio.

Ministro nel 1849 e deputato, egli ha appartenuto per lunghi anni all’opposizione, sebbene non abbia mai ecceduto inessa e sia stato sempre pronto a rispondere agli appelli che gli venivano fatti dall’egregio conte di Cavour in nome della prosperità della patria, e dell’avvenire d’Italia.

Elevato meritamente alla dignità di Senatore ha continuata in quest’aula la sua parte di benevolo frondeur.

Come accade di tutti i genovesi, egli ama la nobile città che gli diede i natali oltre ogni espressione, e vorrebbe pure esserle giovevole quanto e meglio che può in ogni qualsiasi occasione. Nè a proposito di questo noi vorremmo certo in alcun modo riprenderlo, e tanto più in quanto che s’egli tende ad esonerare dagli aggravi d’un balzello, che gli sembrerà eccessivo, la sua Genova, oppure se insiste onde promuovere od attivare lavori di utilità pubblica a profitto di essa, non tarda a rimettersi all’opinione dei suoi contradditori ogni qual volta riconosce che quest’opinione ha per base il desiderio e l’intento di giovare alla comune madre, l’Italia.