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Pochi individui che avessero appena la fortuna necessaria per sostenersi durante il tempo che loro abbisognasse onde apparare una professione colla quale arrivarsi a campare un pane, si sono messi a studiare con tanto ardore e profitto con quanti il marchese Ridolfi fin dalla più giovanile sua età, lasciando da parte caravane e sollazzi, si è applicato ad apprendere quelle discipline che meglio si convengono al vero gentiluomo d’oggidi, che voglia far fruttare il suo in modo da re care il più che si possa giovamento ad altrui e che si prepari a rappresentare una parte autorevole nelle faccende del proprio paese.

Come ognun sa l’Italia, e la Toscana stessa, quantunque un po’ più avanzata delle altre provincie italiane, mancavano quasi completamente di ciò che si chiama vita politica. Quando in uno statucoio di quella fatta vi era un uomo nel quale, il principe, a ragione o a torto, riponeva la propria fiducia, quell’uomo per heur o malheur di quella popolazione si chiamasse Canossa, Della Margherita o Fossombroni, Corsini o Baldasseroni prendeva in mano tutta la matassa della cosa pubblica e faceva, disfaceva, rifaceva a sua posta; se bene, tanto meglio, se male tanto peggio, ma irremissibilmente sempre. Il Ridolfi non si tirava precisamente su a divenire uno di quei ministri onnipossenti; ma studiava la grand’arte del reggere uno Stato, perchè era uno di quelli che aveva fisso in mente come coll’andare più o meno lungo del tempo le faccende avessero a mutare, e i popoli, gl’Italiani poveretti, anch’essi compresi, dovessero essere alfine cavati di tutela per vegliare alle proprie bisogna da sè.

Ma questi studi, sebbene gravi, non occupavano solo il Ridolfi. - Come abbiamo detto egli contava sull’avvenire; ma questo avvenire poteva evidentemente farsi aspettare più che non si credesse; e un uomo dell’attività del Ridolfi, una volta preparatosi a quell’avvenire, non poteva mica mettersi ad aspettarlo colle braccia incrociate; trattavasi di trovare un’altra occupazione che fosse utile, e fu presto trovata, giacchè era un uomo di mente e di cuore che la cercava.

I nostri gentiluomini italiani - battiamoci il petto