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plauso a chi sparì dal mondo, quando tanta parte di gloria gli era anco in esso riservata.


senatore.


È un cittadino onesto, operoso e devoto tanto alla patria che in una città così patriottica qual è Milano lo si scelse a sindaco tra i molti egregi patriotti che in essa esistono.

Milano è una delle città metropoli italiane le più sontuose, e l’essere alla testa del suo municipio non è cosa di lieve momento. Il Beretta è riuscito benissimo nella missione che gli è stata affidata, tanto per il modo col quale ha saputo dirigere una delle più complicate ed estese amministrazioni, quanto per la maniera con cui ha saputo esercitare quella autorità e ascendente morale che hanno maggiore influenza le popolazioni, come quelle che provengono sopra da una sorgente, la più accetta e la più riverita, che esista in Italia.

Nei difficili momenti durati per breve lasso di tempo che sorsero in Milano dopo la caduta di Garibaldi in Aspromonte, si deve senza alcun dubbio al Beretta, se così presto a dei tumulti i quali minacciavano seriamente l’ordine, successe con rapidità estrema la pace e la concordia fra Governo e governati, che a plauso della capitale lombarda, non hanno mai cessato di regnare in essa.

Ed a questo proposito, noi non possiamo trattenerci dall’istituire un confronto, tra la condotta del municipio di Milano in essa circostanza, e quella del municipio di Torino, in occasione delle dimostrazioni per la notizia del trasferimento della capitale.

A Milano, l’accordo tra la autorità governativa e la municipale, mediante la prudenza e il patriottismo disinteressato di questa, non cessò un solo istante; tanto che, quando per uno sbaglio che poteva avere le più serie conseguenze, si volle spazzare le vie con