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il Beretta prese le disposizioni necessarie per l’approvigionamento delle truppe alleate.

Succedette al conte Martini come rappresentante della Lombardia presso sua maestà re Carlo Alberto, e nel mese di giugno col detto conte Gabrio Casati, presidente del governo provvisorio, e il conte Vitaliano Borromeo, vice-presidente di esso, recò al re nella città di Garda il patto di fusione della Lombardia col Piemonte, patto votato per suffragio universale.

Allorchè la causa italiana soggiacque e che si presentò l’inesorabile necessità di firmare la capitolazione di Milano, il Beretta si refugiò dapprima in Torino, ove fu ammesso a far parte della Consulta lombarda fino al momento in cui essa venne disciolta dietro la fatale disfatta di Novara. Allora egli protestò insieme ai suoi colleghi contro quello scioglimento per mezzo di atto solenne che fu deposto negli Archivi di regio notaio.

In seguito il Beretta lasciò il Piemonte si partì in Francia, quindi in Inghilterra donde si restitui finalmente in Milano, dopo avvenuta la promulgazione dell’amnistia generale del mese di agosto 1849 per rientrare nella vita privata.

Ma il governo austriaco non mancò di perseguitare un sì caldo e devota patriotta; nel 1835 sequestrò i suoi beni a proposito degli ordini dati dal Beretta in qualità di plenipotenziario per l’approvvigionamento delle truppe; ma egli portò la causa innanzi ai tribunali e citò dinanzi a questi i governi della Toscana e del Piemonte, e trascinò talmente in lungo il processo, che non era ancora terminato quando gli austriaci, per la memorabile vittoria di Magenta, si videro costretti ad abbandonare la Lombardia.

Il Governo nazionale succedette all’estera dominazione, levò il sequestro di sù le proprietà del Beretta e gli concesse in benemerenza dei servigi resi e delle persecuzioni sofferte la croce di ufficiale dell’ordine cavalleresco dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Allorchè il Governo ebbe applicate alla Lombardia le leggi del 23 ottobre 1859 sull’amministrazione provinciale e comunale, Beretta fu eletto per voto dei