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cizia che ne fu giustissima e meritata ricompensa valsero a far dimenticare alla famiglia Laurenti che la di lei patria era italiana e che all’Italia sola essa doveva la propria simpatia e la sua devozione.

Nel 1815 il conte Vitale Laurenti rifiutò di conservare la naturalizzazione francese, che la forza delle armi aveva imposta al proprio paese. Seguendo l’esempio dato dal padre, esempio che così bene rispondeva ai propri sentimenti, Carlo Laurenti Robaudi, di cui diamo in questa pagina notizia biografica, protestò con tutta la forza del suo patriottismo, quando nel 1860 i trattati e la diplomazia separavano Nizza dalla grande famiglia italiana.

Nato il 10 luglio 1817 il conte Carlo Laurenti Robaudi fu ammesso giovine ancora all’accademia mili tare di Torino, dalla quale escì nel 1836 sottotenente nell’11.º reggimento di fanteria.

La pace era per ogni dove e il giovine ufficiale, stanco bentosto della quieta esistenza della caserma e della monotonia della guarnigione, dette la propria dimissione nel 1841, tornò a Nizza e divenne il più ardente patrocinatore degl’interessi del proprio paese.

Dopo aver seduto ora nei consigli della comunità ora in quelli della provincia, e della divisione, si mise alla politica militante, o con l’aiuto di qualche amico devoto fondò nel 1848 un giornale democratico.

Ma allorchè l’Italia, sollevatasi alla voce del suo magnanimo iniziatore d’indipendenza e di libertà re Carlo Alberto, prese le armi per rivendicare quell’autonomia contrastatale dopo sì lungo tempo dagli stranieri, Carlo Laurenti Robaudi fu uno dei primi a rispondere a quella chiamata.

Rientrato nell’esercito col grado di luogotenente dei granatieri fece tutta la campagna con onore ed ab negazione, quella campagna che terminò con una disfatta, la quale tuttavia fu una gloria piuttosto che un’onta per i vinti.

Tornato ch’ei fu in seno alla nativa città si dedicò intieramente di bel nuovo alla sua prosperità, occupandosi con amore e cura indefessa, di promuovere gl’interessi dei suoi concittadini.