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che ha tante qualità e tanta scienza, debba di questa guisa rimanersi fuori della cerchia degli uomini governativi quando di questi uomini abbiamo si gran deficienza in Italia.


deputato.


Nato a Sant’Angelo dei Lombardi nel Principato Ultericre, l’Argentino ha studiato matematiche ed è divenuto in breve un distinto ingegnere.

Lo slancio del suo patriottismo, l’ardore delle sue aspirazioni verso la libertà, l’odio implacabile da lui giurato contro la tirannia, avendolo reso sospetto, fu implicato nel famoso processo intentato contro la setta degli unitari.

Condannato a 19 anni di ferri, lo si imprigionò nel l’isola di Procida ove ebbe a subire inauditi trattamenti. Non contento di martirizzare gli apostoli dell’emancipazione italiana, Ferdinando II tento di avvilirli col prometter loro la grazia, basta che la domandas sero in ginocchione con le mani giunte. «Piuttosto la morte!» gridò l’Argentino, ed allora i rigori raddoppiarono contro di esso, — ma le spesse muraglie delle segrete di Nisida, non permisero che si udisse sfuggire il suono dei lamenti.

Quando finalmente le sue catene furono spezzate egli doveva esser condotto in America insieme agli Spaventa, ai Poerio e agl’Imbriani, e molte altre vittime della tirannia borbonica; ma gli esiliati sep pero comandare al capitano straniero del legno che li trasportava e riuscirono ad ottenere d’essere sbar cati in Irlanda.

Essendosi subito condotto in Piemonte, vi pubblicò un opuscolo da lui composto in prigione. Questo libro scritto col più gran fuoco è concepito benissimo, esso fa appello alla concordia e invita gl’Italiani di tutte le provincie ad aggrupparsi francamente e senza esi tanza, intorno alla dinastia di Vittorio Emanuele.