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zaro, ove dopo il suo dottorato fu promosso ad assistente medico-chirurgo, e nel 1845 si ebbe il posto di chirurgo primario, posto ch’egli occupa ancora.

Il dottor Borelli ha sotto la sua direzione una clinica chirurgica d’oltre sessanta ammalati; sebbene una tal clinica non sia universitaria, essa è tuttavia visitata dai forestieri, e frequentemente dai medici della città, mentre vi si praticano tutte le operazioni di alta chirurgia secondo i progredimenti dell’arte.

Noi non faremo ch’esser gl’interpreti della pubblica opinione, e ci conterremo nei limiti della più semplice e schietta verità asserendo che il nostro protagonista eseguisce operazioni addirittura maravigliose e che le sue cure possono talvolta dirsi eccezionali.

L’ultima guerra gli ha fornito più d’un occasione, anche nelle persone dei prodi ufficiali francesi feriti per la santa causa dell’italica indipendenza, di distinguersi altamente dando a conoscere una sapienza, un’abilità, una fortuna — giacchè sembra che quest’ultima sia necessaria al chirurgo nelle sue operazioni, come al generale d’armata nelle battaglie — che gl’invidierebbero gli stessi suoi più illustri colleghi di Parigi.

Sovente il dottor Borelli è consultato qual suprema risorsa nei casi disperati; ma siccome egli è tanto disinteressato quant’è benefico, fatto piuttosto raro che no tra i moderni Ippocrati, il suo patrimonio è rimasto nei limiti della modestia; ciò che non gl’impedisce d’esser l’oggetto d’una specie di culto per parte della sua famiglia.

Il merito del dottor Borelli, così positivo, così splendido, si è presto reso noto oltre monte, e le principali società scientifiche di Parigi, Torino, Napoli, Bologna, Atene ecc. noverano il nostro valente chirurgo nel numero de’ loro più pregevoli membri. Esiste in Germania una società accademica di naturalisti composta di quaranta membri come l’Accademia francese; il titolare di ciascuno dei seggi eredita il nome del primo occupante; il dottor Borelli ha quello di Tommasini in tal Società di Naturalisti o Naturæ Curiosorum.